giovedì 1 gennaio 2015

[IL MONDO DELLE DONNE] - Donne che fumano (di Arianna Berna)


Ho pensato a lungo quale tema affrontare e di chi parlare. Di solito evito, eppure questa volta farò una strappo alla regola, parlerò di me per lasciarvi la mia personalissima testimonianza contro il fumo.

Ho fumato per vent'anni anni, la sigaretta mi ha accompagnato in molte fasi della vita, negli alti e nei bassi. Finché un giorno ho vinto e ho detto basta.



Perchè ho iniziato

Un motivo vero e serio non c'è. Ero giovane, tremendamente giovane e incosciente.

Giocare con la sigaretta fra le dita mi sembrava divertente e credevo che mi attribuisse fascino e, perché no, pure una discreta dose di autorevolezza.

La prima sigaretta è stata accesa quasi per gioco, molto per sfida, contro chi ...non si sa. La forza che sprigiona la voglia di imporsi degli adolescenti la conoscono soltanto loro nella sua irruenza.

Eppure già allora sapevo che era sbagliato, sapevo che mi avrebbe fatto male, ma credevo che provare non mi avrebbe incatenata.

Ed infatti non fu così da subito. Ho passato gli anni delle superiori a fumacchiare più o meno di nascosto senza troppa convinzione, ero sicura che avrei smesso quando avrei voluto e forse allora poteva essere anche vero. Poi, è arrivata l'Università e la cicca era diventata l'amica delle pause studio, l'amica che mi aiutava a governare la tensione prima degli esami o di un qualsiasi evento che portava stress, e quando è diventata l'amica con cui riempire i tempi morti è stata la fine della libertà.

Sigaretta dopo sigaretta gli anni sono passati, ho finito l'Università ed è subentrato il lavoro e tutto il resto.


Perché ho deciso di smettere
Non ho smesso perché il fumo fa male, almeno, non solo per quello.

Per chi non ha mai fumato è difficile, forse quasi impossibile, comprendere i meccanismi mentali che si attivano in un fumatore.

Sembra semplice ad occhi inesperti, l'assioma è talmente lineare che non si capisce proprio dove sia la difficoltà.

Smetti perché fa male, punto, argomento chiuso.

Ti berresti volontariamente un flacone di detersivo? Certo che no, che domanda idiota! Eppure le sigarette le fumi, magari nell'immediato fanno meno mal di pancia del detersivo lava piatti, ma alla lunga non so chi vince fra i due...

Quando ero fumatrice e mi sentivo dire, saggiamente, smetti di fumare perchè fa male, mi saliva una rabbia cieca. Mi sentivo presa in giro. E grazie al ...., ci eravamo arrivati già da tempo tutti quanti a questa conclusione, anzi dirò di più, lo sapevo anche prima di iniziare che mi avrebbe fatto male, ma non è bastato a fermarmi dal cominciare né a smettere poi.

Questo non vuol dire che sono una masochista o una scema e così pure non lo sono gli altri fumatori o ex fumatori.

Voglio chiarire prima di tutto che chi fuma non vuole farsi del male.

Chi fuma ha le sue personalissime ragioni per farlo e soltanto lui conosce, ma parlando con ex colleghi di cicca, non ho mai sentito nessuno (e sottolineo NESSUNO) dire che stava tentando il suicidio fumando una sigaretta. Ci sono tanti modi più efficienti e veloci per farsi del male rispetto al fumo.


Ma ora parliamo di me... Ho smesso il 13 di dicembre 2009, ma era dal 2003 che provavo a smettere. C'ero anche quasi riuscita nel 2005, ma nel 2006 sono crollata miseramente, ho fatto l'errore madornale di credere di poter governare il vizio, così ho ricominciato a fumare una sigaretta ogni tanto, che però nel giro di qualche tempo si è moltiplicata per due, poi si sa che non c'è due senza tre e il quattro vien da sè e da lì, si è riaperto il barato che mi ha riportato in centrifuga e mi ha portato via e a quel punto contare le sigarette del giorno è divento superfluo.

Ogni volta che smettevo e poi ricominciavo riprendevo a fumare più di prima, un crescendo continuo, intervallato da colpi di tosse e disgusto per l'odore stantio del fumo sui vestiti, i capelli e la pelle.

Posso affermare che la vittoria definitiva non è stata altro che l'epilogo di un percorso individuale fatto di alti e bassi, che mi hanno permesso di dare il colpo di coda finale.

Se posso permettermi quindi di dare un consiglio a chi desidera smettere, ma non ci è ancora riuscito, dico di provarci sempre, perché serve ogni esperienza, anche se fallimentare, anche se provoca frustrazione e ci fa sentire inadeguati e insoddisfatti.


Ma ritorniamo a me, a cavallo fra il 2008 e 2009 ho letto il libro "Smettere di fumare è facile se sai come farlo" almeno tre volte e in nessuna delle tre ho smesso di fumare, ma ho iniziato a metabolizzare seriamente la decisione.

Paradossalmente, e qui salteranno sulla sedia molti salutisti, l'elemento scatenate sono stati i capelli. Già, stupidi e miseri capelli.

Ho sempre avuto la fissa di avere i capelli puliti e profumati. Per anni li ho portati di una lunghezza media, più corta che media, più o meno ad altezza spalle. Nel 2008 invece li ho lasciati crescere, fino a quasi metà schiena. In quel periodo poi fumavo parecchio e i capelli lunghi erano una spugna. Assorbivano l'odore e mi sembrava di essere un posacenere. Mi lavavo i capelli tutti i giorni, ma bastava una sola cicca per impregnarli. Ho provato a smettere prima in primavera e poi nell'estate 2008, ma non ci sono riuscita.

Nel 2009 lo schifo per l'odore aumentava e paradossalmente aumentavo anche le cicche. Finché non è arrivato dicembre e alla vigila di una cena di Natale con amici ho deciso che l'indomani avrei smesso.

Sono andata in farmacia, ho acquistato i cerotti (all'epoca non c'erano le sigarette elettroniche) e un pacchetto di sigarette nuovo, anche se ne avevo più di dieci.

Nel mio ultimo giorno da fumatrice ho acceso una sigaretta dopo l'altra e non ho detto a nessuno che avrei smesso di fumare.

Nell'arco di un pomeriggio/sera ho finito il vecchio pacchetto e quasi tutto il nuovo. Ne avevo lasciata intenzionalmente una.

La mattina dopo mi sono svegliata con una sensazione di schifo che raramente ho provato in vita mia, ma ormai ero decisa ad andare fino in fondo, ho preso l'ultima sigaretta l'ho annusata e quasi non vomitavo, l'ho accesa e l'ho fumata a gran fatica. Quando l'ho spenta ero sollevata. Mi sono alzata e ho applicato sul braccio il cerotto.

Era il 13 dicembre 2009 e quella è stata la mia ultima cicca.

5 anni dopo

Se ripenso allo sforzo che ho fatto per continuare la strada intrapresa, non posso che farmi i complimenti da sola, anche se non si dovrebbe fare, anche se il bon ton impone che gli elogi siano sempre gli altri a farli, ma sapete cosa vi dico, per una volta mando a quel paese le convenzioni sociali e mi dico BRAVA.

I primi tempi sono stati durissimi. Ho avuto tachicardia e sono ingrassata. La maggior parte del mio mondo fumava, ero la sola a restare al tavolo al ristorante quando gli altri si alzavano per uscire a fumare, le pause cicche al lavoro, ho anche sognato per anni di accendermi una sigaretta.

All'inizio i sogni erano così frequenti e reali da sentirmi in colpa la mattina successiva per aver infranto il patto con me stessa.

A distanza di cinque anni e un totale di zero sigarette fumate, e ragionando secondo le teorie di A. Carr a 36.500 sigarette non fumate e un attivo di 8.760€ (euro più euro meno) risparmiati, sono felice di essermi liberata dalle catene che per troppo tempo mi avevano imbrigliata.

Prima di smettere avevo paura di affrontare una vita senza fumo, temevo che le pause non sarebbero state più rilassanti, che le chiccherate delle amiche sarebbero state meno appaganti insomma, temevo di trovarmi triste come un'eterna insoddisfatta.

Mi sbagliavo di grosso, perché vivendo mi sono resa conto che non ho bisogno delle sigarette, sto bene, anzi meglio senza.

Esiste una vita senza fumo, basta solo crederci fortemente, poi quale sia la motivazione che porta a rompere le catene del vizio, poco importa.


©Arianna Berna


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