martedì 6 ottobre 2015

[recensioni] - L'incastro (im)perfetto di Colleen Hoover (recensione a cura di Silvia Devitofrancesco)







Tate Collins, infermiera ventitrenne, la sera in cui si trasferisce presso l’appartamento del fratello maggiore, trova Miles Archer, pilota, nonché amico di suo fratello, accasciato dinanzi alla porta di casa, completamente sbronzo. Tra i due, sin dal primo istante, s’instaura una pericolosa attrazione, destinata ben presto a sfociare in un’intensa relazione sessuale. Miles, infatti, dal temperamento distaccato, non desidera legami seri e con la giovane Tate stipula una sorta di accordo: mai fare domande sul passato e non innamorarsi. Sì, perché il burbero e aitante Miles ha un passato che lo opprime e dal quale non è ancora riuscito a fuggire.

“L’amore non è sempre bello, Tate. Certe volte passi tutto il tempo a sperare che prima o poi diventi qualcosa di diverso. Qualcosa di migliore. Poi, prima di rendertene conto, ti ritrovi al punto di partenza e nel frattempo hai smarrito il tuo cuore.”

I romanzi di Colleen Hoover esercitano su di me un grande fascino, poiché l’autrice riesce a creare trame complicate, intense e ad alto coinvolgimento emotivo.

Miles, il quale in un primo momento non attira le simpatie del lettore poiché appare come un giovane irresponsabile, amante del sesso, incapace di esprimere i propri sentimenti, è in realtà un personaggio alquanto complesso. Il pilota è letteralmente schiacciato dal suo passato. Un passato che ha un volto e un nome: Rachel, sua unica fidanzata. Non bisogna erroneamente pensare di trovarsi dinanzi al solito cliché dell’ombra opprimente generata dal troppo amore o dal tradimento; ciò che affligge il povero Miles, impedendogli di essere se stesso con Tate, la donna della quale è incredibilmente innamorato, è un qualcosa di più profondo, un dolore radicato nella sua anima e sorprendentemente vivo. La sua non è insicurezza. È paura. Paura di star bene. Miles avverte la necessità di dover espiare la sua colpa attraverso la solitudine e poi, quando l’attrazione ha la meglio, attraverso un legame frivolo.

Tate, profondamente attratta dal sexy pilota accetta questa assurda liasone, anche se vorrebbe di più. Nonostante ciò che si potrebbe pensare, ella non incarna il topos della ragazzina fragile, apparentemente ingenua, pronta a cedere al fascino del playboy di turno, anzi è una ragazza coraggiosa, determinata e testarda. Innamorata del suo Miles, vorrebbe aiutarlo a liberarsi dai suoi demoni e anche quando sembra a un passo dal mollare, resiste tenacemente.

L’autrice sceglie una prosa semplice, fluida e dialogata, composta da un’alternanza continua dei punti di vista e del piano temporale, (inserisce avvenimenti accaduti sei anni prima che vedono protagonista l’amore tra Miles e Rachel). Il suo periodare, composto da frasi brevi, evidenzia l’intensità delle situazioni narrative, riuscendo così a trasmettere al lettore ogni emozione, ogni sensazione e lasciando un segno tangibile nella sua anima.

Particolarmente intensa dal punto di vista emotivo è la seconda metà del romanzo, nella quale l’autrice svela il grande segreto di Miles, destinato a donare al lettore attimi di dolorosa dolcezza.

Un romanzo che conferma le aspettative. Un’opera che graffia, strugge e distrugge. Una lettura “dolceamara” destinata a penetrare i veli del cuore.
©Silvia Devitofrancesco

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